15 ottobre 2008

Brevemente espresso...







“Infinite cose e così poco tempo” diceva il Jocker e spesso è così che ci si trova, poi ammettiamo un minimo di pigrizia e allora “i giorni si perdono gemendo sui giorni perduti” come diceva Goethe. Risultato il torpore della pigrizia ti avvolge come una coperta e si arriva all’autunno... Quello che ci vuole per svegliarsi è proprio un bel caffèweb! Noi ne abbiamo bevuto un paio di tazzine e visto che era cosa buona e giusta, ne offriamo anche a voi, ecco a voi i vari sorsi:

- La verità ti fa male lo so! di Paolo Posocco
- Finanza creativa di Marco Perici
- ImmuniChi... di Camillo Posocco
- Si fa ma non in strada di Fiorenza Valentini
- Né di Eva né di Adamo di Amélie Nothomb (a cura di Manuela Perizzolo)


Buona lettura

Per raggiungerci: www.abecevario.it
Per scriverci: abecevario@gmail.com


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La verità ti fa male lo so!



di Paolo Posocco
(ill. copertina, autori testo: Pace, Panzeri, Beretta e Del Prete - 1966)


Nella calura dei primi giorni di agosto ho deciso un pomeriggio di navigare nel fresco mare del web. Il vento informatico mi scompigliava la chioma e facevo rotta in giro per il mondo, dopo un po’ ho deciso di rientrare e cercare proprio Castelfranco Veneto su Google, dai risultati della ricerca ho scelto di leggere il link a Wikipedia, il risultato? Prima una parte descrittiva molto didascalica, poi un paio di note più mirate con l’accenno ad una amministrazione più dedita ad affari immobiliari che alla cultura ed una più precisa e giusta descrizione di piazza Giorgione, come un parcheggio a pagamento! Decisi di segnalare la cosa con una mail ai nostri giornali, volevo che la gente potesse capire come poteva essere descritta Castelfranco da un occhio più attento a ciò che accade. Il 10 agosto, esce un articolo sul Gazzettino che riporta e commenta il tutto e la risposta del nostro Sindaco non si fa attendere. Il 12 di agosto, sempre dal Gazzettino tuona il suo “Vigliacchi” e giù con accuse di diffamazione e il suo solito repertorio di quando riceve delle critiche. Su Wikipedia intanto erano state tolte le parti che “spiegavano” cosa è Castelfranco in modo più dettagliato...
Il 27 agosto sulla Tribuna ancora si parla di Wikipedia e Castelfranco. L’autore delle menzioni sull’enciclopedia aperta, Leonardo Brunetta del meet up di Beppe Grillo di Castelfranco Veneto spiegava: innanzitutto cosa è Wikipedia e poi illustrava con poche ma efficaci righe cosa intendeva con la scarsità di alternative culturali di Castelfranco, tutte verità palesi e quindi incontestabili. Il sindaco rispondeva ritirando il “vigliacchi” ma minacciava comunque una denuncia verso Brunetta, aggiungeva poi che non bastava mezza pagina per elencare le spese per la Cultura del comune, a questo punto però non capisco come mai nel bilancio comunale risulta che sono stati “risparmiati” 260 mila euro dalla Istituzione Castelfranco cultura, scuola e sport!. Concludeva dicendo “basta vivere a Castelfranco per vedere come la città è migliorata” ... Forse intendeva le rotonde, i semafori, le nuove sponde dell’Avenale o Borgo Vicenza, ma quella non è cultura è il normale dovere di una amministrazione pubblica verso il territorio!
Insomma, a ridaje! Se si cerca di parlare della scarsa offerta culturale di Castelfranco ci si scontra con la nostra amministrazione comunale, loro si incavolano e proprio perchè non sanno e quindi ignorano cosa sia una offerta culturale, cosa voglia dire creare e nutrire un fermento culturale e della sua importanza per una comunità e per la sua crescita sociale, perchè esiste anche quella e non solo la crescita economica! Pensano che possano bastare le cose che propongono! E probabilmente vedono “Miss città murata” ed il “Festival show” in chiave intellettuale.
Penso di avervi ormai estenuato con i miei richiami e anatemi per la situazione di Castelfranco nell’ambito culturale, ma vedo sempre più conferme che smentite al mio teorema. Evinco che molti non si rendono conto di come potrebbe essere diversa, più vivibile, più stimolante la nostra cittadina, che possa avere quella atmosfera di cui parlavo nel mio primo post per questo webmagazine, archivio a lato “Novembre 2005” è quindi da ben tre anni che martello e rompo! E le uniche cose buone sono venute dai cittadini, vedi per esempio Antiruggine e FramMenti. Personalmente non riesco a sentirmi un abitante di Castelfranco a tutti gli effetti! Ci vivo ma... Ma da adesso prometto di non rompervi più con la cultura ecc.


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Finanza creativa



di Marco Perici

Un breve riassunto: da anni in USA sono state finanziate, allo scopo di acquistare immobili, persone ad alto rischio. Per fare ciò è stata persino modificata la legge in modo da permettere tassi di interesse altissimi che altrimenti sarebbero stati considerati da usura. Le scarse garanzie di queste persone venivano ampiamente compensate dal valore degli immobili in continua ascesa riducendo il rischio al minimo, anzi rendendo conveniente per le finanziarie queste operazioni a rischio "tanto poi si vende l'immobile a caro prezzo e si rientra ampiamente".
Ma come si sa il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, e appena il valore degli immobili ha smesso di salire, anzi ha cominciato a calare decisamente, i nodi sono arrivati al pettine e le finanziare si sono trovate in mano clienti morosi e immobili di scarso valore e quindi ... beh, abbiamo modo di notare come sta andando a finire.
OK, che lo vogliamo o no il mondo finanziario è essenziale per la nostra società, ed è probabilmente grazie ad esso che l'uomo comune si può permettere di comprare una modesta casa mentre il Briatore di turno lo Yacht se lo potrebbe permettere anche se la borsa non esistesse, ma l'uomo comune vivrebbe in una catapecchia.
Ma la finanza creativa (parente stretta della contabilità creativa, con cui certi dirigenti tengono in piedi alcune società ...) non credo sia un buon metodo per portare avanti il mondo, finanziario e non. Purtroppo la figura del furbetto, che superi le code autostradali in corsia di emergenza o che venda aria fritta ma confezionata benissimo, viene sempre più presa a riferimento da parte di tante persone, soprattutto da giovani che non hanno altri riferimenti a causa della caduta libera nel settore dei valori, intendo morali non economici.
La cosa grave, secondo me, è la mancanza dell'importanza data a certi eventi come ad esempio, ma senza voler entrare nel merito politico, il ridurre la gravità delle pene (quando ci sono ...) per reati finanziari che spesso lasciano con il classico culo per terra molta gente modesta, mentre non influisce più di tanto sulla vita di chi ha generato questi gravi scompensi economici a migliaia di persone.
Purtroppo chiunque di noi viene segnato profondamente da un furto in casa (magari anche solo a danno di un parente o vicino) anche se di modesta entità economica, ma l'indignazione verso chi ha provocato crack finanziari come quelli di Parmalat a volte non supera l'equivalente di un'alzata di spalle.
E infatti quando abbiamo contatti con un extracomunitario, sono certo che chiunque di noi (sì), anche io e me ne vergogno) ha un moto di sospetto, mentre quando ci troviamo di fronte a un "mago della finanza creativa" non solo non nascondiamo il portafoglio ma spesso lo apriamo pure!

Ogni anno l'uomo uccide parecchie decine di milioni di squali, nello stesso periodo gli squali forse uccidono 4/5 uomini magari una decina, eppure siamo noi ad avere paura di loro ...

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ImmuniChi...




di Camillo Posocco

Chi ha dato il Diritto Romano, lo sanno molti, ma il significato e la provenienza dell’immunità in pochi lo sanno, forse anche chi l’ha imposta allo Stato Italiano, IMMUNITA’: “Franchigia, privilegio goduto un tempo, da persone, Enti e beni ecclesiastici”.

Una democrazia vera, ha per regola, il dover rispettare l’enunciato: “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”, che impone il Sacro Santo dovere che i governanti siano i primi a rispettare tale sacramento sociale, e non esimersene con l’adozione di IMMUNITA’, quale privilegio incostituzionale per i nostri governanti che ora, autorizzati da una legge anti diritto, hanno ottenuto che le quattro cariche governative, siano protette dall’IMMUNITA’, Questo non è un colpo di Stato, ma un colpo di governo TOTALE che dobbiamo evitare.

Questi “onorevoli” governanti, se non si sentono nella capacità di governare con trasparenza, diano le dimissioni e lascino il posto a personaggi politici o non che non necessitino di Immunità, per operare onestamente.

La consultazione popolare sull’immunità ai politici, fatta anni or sono, ha dato il 90% di voti per la sua abrogazione. Nell’IGNORARE questo popolare verdetto si incorre in privilegi anti democratici, atti a scivolare nel campo degli intoccabili.

Oggi, la patria dei Navigatori, Poeti e Santi, dei pittori e scultori più grandi al mondo, la patria di Leonardo da Vinci e con il patrimonio culturale pari al 60% di quello mondiale, sta dando un esempio completamente negativo ai cittadini del mondo, in particolare a tutti i giovani che guardano con speranza ad un mondo migliore. ESEMPIO NEGATIVO, anche per quelle nazioni nelle quali operano positivamente i nostri cittadini, dagli immigrati ai contingenti militari, e che direttamente sono esposti al giudizio dei cittadini del mondo.

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Si fa ma non in strada



di Fiorenza Valentini
(Immagine tratta da qui)

Il Consiglio dei Ministri dell’11 settembre 2008 ha approvato il disegno di legge su "Misure contro la prostituzione" messo a punto dal ministro Mara Carfagna. Più precisamente “Modifiche alla legge 20 febbraio 1958, n. 75”, cioè modifiche alla notissima Legge Merlin che vietava le cosiddette ‘case chiuse’, comunemente chiamate ‘casini’.
Complimenti vivissimi! Bravi, bel lavoro!
La motivazione di dette modifiche è che la prostituzione in un luogo pubblico è considerato fenomeno di 'allarme sociale' e come tale è reato e va punito, perfino col carcere, in egual maniera fra chi la esercita e chi se ne avvale. Prostituirsi nei parchi, nelle strade, in campagna sarà quindi vietato.
Definizione di “prostituirsi”: Far commercio del proprio corpo per denaro o per interessi materiali… o altri vantaggi (lo Zingarelli, 2003). Altri vantaggi, appunto. Come far carriera nell’ambiente dello spettacolo, o nel mondo del lavoro, oppure per ottenere ottimi voti a un esame universitario, e via dicendo. Ma questa non è, per il DDL Carfagna, da considerarsi prostituzione. Insomma rimane lecita la richiesta “Se sei gentile con me…”.
Dice il ministro Carfagna “Come donna, le case chiuse mi fanno rabbrividire...” (La Repubblica, 11 set 2008). Allora, le case chiuse no, per strada e in luoghi pubblici nemmeno; considerando che prostituirsi è tuttora un non-reato, è assai probabile che l’adescamento a scopo di commercio sessuale venga d’ora in poi praticato al coperto (garage e roulotte compresi), al chiuso, nelle case o negli alberghetti già adibiti da decenni a tale scopo, che tutti sanno dove si trovano e chi ospitano e per fare cosa, basta che non si veda in pubblico e non si venga a sapere. Ma se è reato adescare per strada e in luogo pubblico, qual è l’immancabile scappatoia per proporre l’offerta di tale servizio? Potrebbe essere un elegante biglietto da visita, con una breve descrizione delle prestazioni, abilmente camuffata sul tipo delle proposte dei solarium o dei centri di estetica.
Viene da chiedersi come faranno le forze dell’ordine a comprendere e valutare se si tratta di prostituzione. Poiché “Con l'attuale normativa, infatti, è punibile solo il reato di adescamento che, però, risulta di difficile definizione” (La Repubblica, 11 set 2008), per assurdo c’è il rischio che una brava ragazza* abbigliata ‘a rischio’ (generosa scollatura, minigonna, tacchi a spillo) offra qualcosa da bere a un amico al bar, e si ritrovino entrambi fermati o addirittura arrestati con l’accusa di presunta prostituta e presunto cliente.
Sarebbe comunque ottima l’idea di togliere ragazze, donne, travestiti ecc. dalla strada, ma con il DDL Carfagna appena sfornato ci si limita a spostarle, e il non-reato di prostituzione rimane irrisolto.
Se ne parla da anni di una probabile ed efficace soluzione del problema: riaprire le ‘case chiuse’, registrando donne e clienti, con regolari controlli sanitari e, naturalmente, rilascio di scontrino fiscale per le prestazioni – magari con un menu relativo alle varie offerte, messo in bella evidenza nell’anticamera – e conseguente dichiarazione dei redditi… e che redditi!

Perché l’ipotesi non viene neppure presa in considerazione, né tantomeno proposta in Parlamento? Per chiarimenti chiedere informazioni al Vaticano.

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* Doveroso precisare che molte prostitute sono brave ragazze, che si ritrovano nel giro perché trascinate dall’ignoranza, da qualche ‘fidanzato’ infame, non ultimo da quel vero e proprio adescamento che viene operato verso ragazze immigrate con la promessa di farle lavorare onestamente.

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Né di Eva né di Adamo



a cura di Manuela Perizzolo

Lei belga “informale ribelle”, lui giapponese “ricco tecnologico”. I binomi possono essere tanti: uomo-donna, sradicata-radicato, ribelle-tradizionale, informale-formale, veloce-lento, easy-squared, ecc….. In queste pagine il primo appuntamento, che abbiamo trovato irrestibilmente divertente.

di Amélie Nothomb
(Albin Michel, 2008)
(tratto dal capitolo 7, trad. Monica Capuani)

Sentivo che Rinri si aspettava un invito a casa mia. Era il minimo dell’educazione: io ero andata da lui tante volte.

Eppure mi opponevo strenuamente all’idea. Portare chicchessia a casa mia è sempre stata una prova terribile. Per definizione, per motivi che non so spiegarmi, casa mia non è un luogo presentabile. Da che ho ottenuto la mia indipendenza, un alloggio abitato da me assume subito l’aria di un ripostiglio occupato da rifugiati politici, pronti a sloggiare alla minime incursione della polizia.

I primi di marzo ricevetti una telefonata da Christine. Partiva per un mese per andare a trovare sua madre in Belgio e mi chiedeva per favore se potevo trasferirmi nel suo appartamento e innaffiare le piante in sua assenza. Abitava nell’alloggio-tipo al massimo dell’avanguardia di Tokyo, un appartamento favoloso in un edificio futuristico, con vista su altri palazzi del futuro.
…….
……e traslocai in quella base interplanetaria. Senza dubbio, non era casa mia. In ogni stanza un telecomando permetteva di programmare la musica, ma anche la temperatura e quello che succedeva nella stanza accanto. Sdraiata sul letto potevo cuocere i cibi nel microonde, avviare la lavatrice e chiudere le tapparelle del salone.
…..
In cucina il tostapane, intelligente, espelleva i toast quando sentiva che erano pronti. A quel punto partiva una suoneria che mi incantava. Programmavo concerti servendomi dei segnali degli elettrodomestici.
Avevo dato il numero di telefono di questa casa soltanto a una persona, che non tardò a chiamarmi.
-Com’è l’appartamento? – Chiese Rinri
- A lei forse sembrerà normale. Per me, è incredibile. Venga lunedì per la lezione, e vedrà.
- Lunedì. Ma oggi è venerdì. Lunedì è lontano. Posso venire stasera?
- A cena? Ma non so cucinare.
- Mi occupo di tutto io.
Non trovai alcun pretesto per rifiutare, tanto più che mi faceva piacere. Era la prima volta che il mio allievo si mostrava intraprendente. Senza dubbio l’appartamento di Christine c’entrava qualcosa. Un terreno neutro, questo sì che cambia le carte in tavola.

Alle sette vidi apparire il suo volto sullo schermo del citofono e gli aprii. Arrivò con una valigia nuova di zecca.
- Sta partendo?
- No, sono venuto a cucinare per lei.
Gli feci visitare la casa, che lo stupì meno di quanto avesse stupito me.
- E’ bella – disse. – Le piace la fonduta svizzera?
- Sì, perché?
- Meglio così. Ho portato il necessario.

Poco a poco avrei scoperto il culto che i giapponesi dedicano all’equipaggiamento destinato a ogni azione della vita: l’equipaggiamento per la montagna, l’equipaggiamento per il mare, l’equipaggiamento per il golf e, quella sera, l’equipaggiamento per la fonduta svizzera. A casa di Rinri, c’era un’apposita stanza ben sistemata dove valigie già pronte aspettavano queste diverse operazioni.

Davanti ai miei occhi affascinati, il giovanotto aprì la valigia deputata e vidi apparire, fissato in un ordine inalterabile, un fornello a propulsione intergalattica, un pentolino antiaderente, una bustina di formaggio in polistirolo espanso, una bottiglia di vino bianco antigelo e dei crostini di pane imputrescibile. Trasferì questi notevoli elementi sul tavolo di plexiglas.
- Comincio? – domandò.
- Sì, non vedo l’ora.
Versò il polistirolo e l’antigelo nel pentolino, accese il fornello che, curiosamente, non decollò verso il cielo e, mentre quelle sostanze messe insieme provocavano varie reazioni chimiche, tirò fuori dalla valigia piatti che si presumevano tirolesi, forchettone lunghe e bicchieri a calice “per il resto del vino”. Corsi a cercare della Coca-Cola in frigo, assicurando che stava benissimo con la fonduta svizzera….

- E’ pronto – annunciò.
Ci sedemmo coraggiosamente uno di fronte all’altro e mi arrischiai a intingere nella miscela un pezzo di pane imputrescibile infilzato sulla punta della forchettina. Lo tirai fuori e mi meravigliai per il fantastico numero di filamenti che si formarono all’istante.
- Sì, - disse fiero Rinri – sono venuti proprio dei bei fili.

Fili che, come tutti sanno, sono lo scopo autentico della fonduta svizzera. Misi in bocca l’oggetto e masticai: era assolutamente insapore. Compresi che i giapponesi adoravano mangiare la fonduta svizzera per il lato ludico della faccenda e ne avevano creata una che eliminava l’unico dettaglio increscioso di quel piatto tradizionale: il sapore.
- Eccellente – affermai, nascondendo la mia ilarità.
Rinri sentiva caldo e, per la prima volta, lo vidi senza la giacca di daino nero. Andai a cercare una bottiglia di tabasco, sostenendo che in Belgio la fonduta si mangia con il peperoncino. Immersi un pezzetto di pane nel polistirolo caldo, provocai una rete di mille fili, poggiai il cubo giallo sul mio piatto e lo innafiai di tabasco, perché avesse un qualche gusto. Il ragazzo osservava il mio armeggiare e giuro di avergli visto negli occhi questa constatazione: “I belgi sono gente strana”.
Il bue che dice cornuto all’asino.


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