15 giugno 2008

Message in a bottle ... of water



di Marco Perici

Passo per la zona acqua dell'Ipermercato e ho la sensazione si sia ridotta rispetto al passato. Chissà forse abbiamo cominciato a capire che è inutile pagare molto di più per avere, nel migliore dei casi, la stessa qualità che abbiamo con l'acquedotto. E anche che ogni bottiglia consumata va poi gettata e anche quando riciclata è pur sempre un rifiuto che potevamo fare a meno di produrre.
Inoltre spesso ci piace di più l'acqua che viene dai ghiacciai artici, dalle valli scozzesi o anche solo dal centro Italia e quindi alimentiamo anche l'inquinamento dei camion che la trasportano. Intendiamoci, anche io sono convinto di sentire la differenza di gusto tra un'acqua e l'altra, e probabilmente c'è veramente, ma diciamoci la verità non sono poi così diverse tra loro e nemmeno da quella dell'acquedotto (ok, almeno quando non ci versano qualche quintale di cloro di troppo).
Il petrolio alle stelle, i rifiuti pure (e non solo a Napoli, il fatto che qui da noi non si vedano per le strade non significa che non ci siano), crisi dei mutui e degli stipendi.
Dirò una cosa banale, trita e ritrita, e che io stesso razzolo poco e male: le risorse della terra non sono infinite e dobbiamo cambiare. Tanto, ma in fondo anche poco.
Infatti se guardiamo bene non ci vuole poi così tanto: ho già scritto in passato che basta cambiare le lampadine con quelle che consumano meno e magari le teniamo un po' più spente, tenere una guida virtuosa (una volta si diceva "come se avessimo un uovo tra il piede destro e l'acceleratore) e magari fare qualche chilometro in meno (basta evitare di cercare a tutti i costi il parcheggio più vicino per minuti e minuti), spegnere qualche apparecchio in stand by ogni tanto, bere un po' di acqua del rubinetto (e comprare l'insalata dal vicino contadino, o al limite scegliere al supermercato quella che viene da più vicino).
In sostanza non pensiamo che solo qualche grosso cambiamento, fatto ovviamente "dagli altri", sia LA soluzione a tutti i problemi ambientali ed economici nostridellaregionedellanazionedelmondo, ma al contrario solo l'insieme di tanti piccoli cambiamenti servirà allo scopo, tante gocce che unite fanno il mare!

"Effetto serra, sfida quasi persa, così gli inventori ci salveranno" leggo oggi su la Repubblica.it, ma alcune soluzioni mi spaventano, ho paura che come nella canzone "Alla fiera dell'est" l'effetto domino risulti in breve tempo incontrollabile.
Certo così come è giusto che la tecnologia ci aiuti a non farci perdere alcune importati conquiste, così non dobbiamo approfittarne per aggirare o rimandare le "rinunce" (diciamoci la verità, poche in fondo) che ci vengono chieste.
Credo che tornerò ancora sull'argomento, un po' per me (l'ho detto che razzolo male, devo abituarmi all'idea anche io), un po' perché credo che solo parlandone e parlandone e parlandone e ancora parlandone tutti potremo prendere un po' di coscienza e chissà magari quando ci sarà un referendum del tipo "preferite spegnere le luci dell'ingresso o avere una centrale nucleare di troppo" sapremo cosa scegliere!
Ah, per inciso, credo che oggi come oggi anche una sola centrale nucleare in più di quelle che ci sono già sarebbe di troppo!


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