Macchie della malora, e altri piccoli guai domestici

di Fiorenza Valentini
Esistono in commercio una quantità di (costosi) prodotti per eliminare le macchie di vario genere. Spesso vengono pubblicizzati come “miracolosi” (in questo caso costano ancora di più).
Ricordiamo allora i tempi delle nostre mamme e nonne, e vediamo insieme cosa si può fare per cancellare quelle macchie che ci fanno tanto disperare, o per rimediare ai quotidiani irritanti problemini.
Non sono consigli, ma solo una descrizione di come chi scrive abbia risolto – quasi sempre – alcuni comuni guai domestici, evitando pure di utilizzare prodotti inquinanti o tossici.
Partiamo dalle macchie d’olio (vale anche per sughi e condimenti grassi), una delle maledizioni più frequenti, anche perché gli oleoschizzi saltano sicuramente su una tovaglia nuova messa la prima volta, o su un maglioncino delicato, o sulla felpa a cui teniamo tanto perché gliel’abbiamo regalata noi (uomo o donna non fa differenza)*.
Bisognerebbe agire subito o al più presto, prima di procedere al lavaggio del capo, spargendo abbondante talco sulla zona incriminata. Talco che va eliminato quando imbevuto d’olio, preferibilmente con un cucchiaio o la lama non tagliente di un coltello; porre particolare attenzione nel rimuovere in caso di capi delicati.
Quando la maggior parte di componente oleoso è stata rimossa, insaponare più volte a secco bagnando solo il sapone (meglio se quello chiamato “di Marsiglia”). Quindi si può provvedere al lavaggio più adatto al capo in questione. Solitamente la macchia sparisce.
Può capitare anche di trovare delle macchioline di ruggine. Spesso parti metalliche – anche di altri indumenti - presenti in lavatrice o nella vaschetta per il lavaggio a mano, lasciano un ricordo per niente gradito e apparentemente cronico. Una soluzione che spesso funziona è quella di versare sulla macchia alcune gocce di succo di limone, ripetendo l’operazione qualche ora dopo, e magari di nuovo se la ruggine persiste. Quindi lavare come desiderato.
Se dopo il lavaggio rimanesse qualche traccia, ripetere nuovamente l’operazione di “limonaggio”.
E poi c’è il calcare, in particolare quello che si attacca a strati specialmente all’interno di pentole e oggetti in metallo. La soluzione, in questo caso, è economica e atossica (se non sopportate l’odore – vedi più avanti - mettete il recipiente sulla finestra). Aceto, antichissimo anticalcare e molto efficace (usate quello taroccato che costa pochissimo).
Nel caso di piccoli residui di calcare, riempite la pentola (o altro) con acqua contenente 1/3 di aceto fino al livello dei residui e lasciate agire; ci vorrà qualche ora ma il tempo varia a seconda dello spessore del carbonato di calcio. Se proprio non se ne vuole andare, potrete grattare ciò che rimane con paglietta e sapone, solo su recipienti in acciaio, alluminio e simili.
Sempre con l’aceto, ma non diluito, si possono togliere residui calcarei da rubinetti, lavelli in acciaio e tutto ciò che sia stato insidiato da questo sempiterno nemico della pulizia e dell’igiene.
Se qualcuno dei lettori avesse da suggerire altre soluzioni a problemi di questo tipo, sarà il benvenuto, potrete scrivere un commento oppure inviare una email.
* Precisiamo che quanto qui descritto lo possono fare anche gli uomini. Non è pericoloso per la salute, non occorre fare corsi serali per imparare le “tecniche”, non incide negativamente sulle prestazioni sessuali, richiede solo qualche minuto di lavorazione più gli eventuali tempi di attesa (ma non occorre restare con l’oggetto trattato per tutto il tempo).
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