15 ottobre 2007

& bere



di Paolo Posocco

Alla fine di settembre ho partecipato a “ciotolando con gusto” (www.ciottolando.com). Una manifestazione che si tiene a Malcesine sul Garda, è una sorta di passeggiata a tappe dove si può mangiare in vari locali suddivisi in tre categorie: salato, piccante, dolce, ad ogni tappa è abbinato un vino, il tour si può fare in due giorni, il prezzo per iscriversi? 30 euro. Anche un affare a guardar bene.
Vicino ai locali, musica dal vivo con artisti straordinari che donavano emozioni. La gente che vi ha partecipato era varia per età, provenienza ed “estrazione sociale”, la cosa comune era uno spirito di rispetto anche nel divertimento del mangiare e bere, era una festa diffusa con un tono di complicità con i gestori, i musicisti e gli altri partecipanti.
La mia mente non ha potuto esimersi dal fare un parallelo con “l’ombralonga”, in teoria si tratta sempre di mangiare&bere, ma la prima parte molti se la dimenticano, soprattutto i più giovani. Sia chiaro non voglio fare il moralista e la mia pietra la lascio ben per terra, non rinnego le mie baldorie, ma quando ho fatto l’ombralonga con i miei amici, abbiamo goduto la manifestazine nei suoi aspetti senza esagerazioni. Quello che abbiamo visto però era ciò che veniva successivamente riportato dai giornali, situazioni di una tristezza profonda. L’esempio della mancanza del “culto del bere” dell’assaggio, del considerare il vino qualcosa da sentire come una parte del convivio. Anche da noi a Castelfranco si fa una cosa simile con la Festa del vino Novello che però alla fine si risolve con una mini ombralonga... per fortuna con effetti meno forti. Questo accade per lo spirito di bere per far casino, ma allora a cosa serve andare ad una manifestazione, ti fai due ombre e ciao! Iniziative come Ombralonga e la Festa del vino Novello dovrebbero veicolare lo spirito del condividere un’esperienza basata sui sapori, sui piaceri, sulla crescita personale in queste sensazioni.
Il legare costantemente il divertimento e lo star bene al bere, soprattutto tra i giovani, è spesso il voler colmare un vuoto, ribadisco che non sto parlando delle situazioni episodiche ma del non divertirsi se non si trangugia (termine più appropriato) alla ricerca di quella “promessa” che si vede nei vari spot Bacardi ecc. con quelle feste che nemmeno Paris Hilton si sogna, con quelle atmosfere da vita intensa, alternativa e vissuta che permeano tutte le proposte pubblicitarie verso i giovani, un mondo che poi non esiste ma al quale li fanno protendere e che logicamente non trovano, creando così il vuoto che lo “stordimento” attenua o fa vivere fittiziamente. Il meccanismo consumistico del creare la costante insoddisfazione per far acquistare diventa allora molto pericoloso, per arginarlo ci si deve muovere come comunità non attendere certo che chi ci guadagna si ponga un freno (il mondo è sempre stato cambiato da chi ci stava male... non certo da chi ci stava bene). Il bello è che il vuoto lo si può anche colmare vivendo il mangiare e proprio il &bere come un esperienza legata a varie sensazioni del buon cibo e buon bere da apprezzare in compagnia! Organizzando e soprattutto strutturando le manifestazioni per dare questo messaggio! Ora in conclusione... no la conclusione la salto perchè mi è venuta fame, anzi il desiderio di una esperienza sensoriale particolare, quindi un saluto e rifetterte gente, riflettete.

www.acquabuona.it

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