Nuove de-generazioni

di Stefano Ferello
Real life.
Salgo in treno, come ogni giorno.
Masse di ragazzi-studenti come in un vagone merci (siamo quasi ai livelli del vagone "ebreo" dell'articolo di Paolo).
Anzi, l'immagine più aderente è quella di un carro bestiame: non tanto per l'ammassamento, ma piuttosto per il comportamento "animalesco" dei ragazzi.
Si spostano come fossero al tempo stesso "pecore e cavallette".
Non entrano: invadono! Non si siedono: si buttano! Non parlano: urlano!
E vabbè! Sono ragazzi...è sempre stata così...in fondo è la naturale esuberanza dei giovani...siamo stati ragazzi anche noi...
Eppure, qualcosa di diverso c'è.
Questi ragazzi-viaggiatori devono fare un breve tratto, meno di 10 minuti.
Buttano borse e zaini dove capitano. Si "stravaccano" sui sedili. Buttano i piedi sui sedili di fronte, sporcandoli con le loro scarpe.
Il caldo è notevole: invece di spogliarsi dei giubbotti, aprono i finestrini.
In effetti in questo strano inverno, il treno è spesso un forno e un ricambio d'aria è opportuno.
"A bordo" c'è anche una signora, oltre i 70: si capisce che sta facendo un viaggio lungo e quindi si è piazzata secondo un copione classico: valigia sull'apposito ripiano, cappotto ripiegato sul sedile accanto, rivista femninile "d'ordinanza" per ingannare il tempo.
Le orde barbariche la circondano, ma il suo spazio vitale è rimasto intatto.
Si parte. Ora il treno si muove: l'aria fredda entra dai finestrini spalancati. La donna ne è disturbata.
Borbotta e brontola sommessamente. Non è molto "raffinata". E’ un po' "rustega".
Ha deciso: va verso i ragazzi e vuole che chiudano il finestrino.
Il suo approccio non è dei più affabili e concilianti: probabilmente pensa che i ragazzi dovrebbero rendersi conto che distrubano e non dovrebbe essere necessario farglielo notare.
Il suo presupposto base è: i giovani devono portare rispetto.
I ragazzi invece non riescono nemmeno a capire il motivo delle lamentele.
Come fossero degli animali, non pensano; si preoccupano solo di fare la minor fatica possibile per avere il maggior benessere nel minor tempo possibile.
Ecco perchè tengono abbassato il finestrino.
Non hanno nemmeno la vaga idea che la donna potrebbe lamentarsi. Il rispetto? E' un concetto estraneo alla loro mente.
Non capiscono proprio questa vecchia che dice: "Invece di aprire i finestrini, toglietevi i giubbotti!"
Rimangono indifferenti: anzi scherniscono l'anziana: "Se hai freddo, mettiti il cappotto!"
La signora torna al suo posto vaneggiando sulla loro maleducazione e sui genitori che non fanno il proprio dovere, minacciando di andare dal preside (di quale scuola?!?) perchè ricevano una lezione!
Le schermaglie continuano, ma per la "testa grigia" è una battaglia persa. In partenza.
Non ci sono le stesse basi. Non c’è una piattaforma comune di valori. Si parla la stessa lingua ma non c’è comunicazione. Non si tratta solo di generazioni diverse: sono persone culturalmente diverse. Non ci sono i requisiti minimi per interagire.
Lei, cresciuta in ambiente rurale dove tutto ha un valore perché costa fatica, non concepisce nemmeno come si possa sprecare il caldo.
Forse crede che si tratti solo di vivacità dei giovani, ma figuriamoci se può comprendere che loro mentalità bullista-teppistella completamente priva di etica!
Il treno ora è alla prima fermata.
Il viaggio degli studenti è terminato. Stanno uscendo. Sogghignano. Per puro dispetto, aprono tutti i finestrini della carrozza. Sghignazzano.
La donna ancora mugugna contro questi ragazzi
Non le resta altro che alzarsi e andare a chiuderli.
I ragazzi, ora sono smontati dal treno, ma insistono ancora nel loro gioco: dall'esterno, riescono ad abbassare ancora un paio di vetri della carrozza.
Nemmeno l'anziana cede: risponde, minaccia, si arrabbia.
Ora però il treno ha ripreso la marcia.
Il giorno dopo, io sono di nuovo in treno.
Sale un ragazzo sui 18 anni, il classico “toco de toso”. Molto alto, si "posiziona" nello scomparto a fianco del mio: spalanca il finestrino e si "sdraia" sui sedili. Tutto rinchiuso nel suo piumone di marca modaiola, tira fuori il cellulare. Solleva e allunga i piedi fino a che le sue Nike si appoggiano sul sedile di fronte e lasciano delle belle impronte.
Vorrei dire qualcosa, ma mi trattengo.
E sbaglio.
L'anziana sicuramente non ha trovato il modo giusto per rapportarsi.
Ma é ancora più sbagliato tacere, accettare che attorno a noi cresca una de-generazione senza valori e senza rispetto.
Non fare qualche sacrificio è una scelta stupida e autolesionista:
Se ora sei giovane e puoi stare in piedi, lascia il posto a chi fatica a stare alzato.
Solo così, quando sarai tu ad aver bisogno di sederti, potrà esserci qualcuno che ti cede il posto.
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1 Comments:
Ma dove sono i controllori??
Hai ragione, non è giusto stare zitti davanti a certe dimostrazioni di totale mancanza di rispetto, ma pagando un biglietto per un servizio, non pensi che dovrebbe essere la società che fornisce il servizio ad assicurarsi che questo sia buono?
Mi è capitato di prendere un treno di ritorno da Padova. Non era in fascia oraria studentesca, ma la maleducazione imperversa a tutte le ore.
Una ragazza si siede e allunga i piedi sul sedile davanti a lei.
Il controllore, con tono deciso le dice "Signorina, i piedi sopra le sedie li mette a casa sua. Qui si usa un comportamento corretto. E ora prenda un fazzolettino e pulisca il sedile davanti a lei!"
Semplice no?!!
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