15 gennaio 2007

Vagone malandato



di Paolo Posocco
 
Un vagone merci in piazza? E’ capitato anche questo ma non si trattava di un vagone normale, era malandato e vecchio di almeno una settantina d’anni, c’erano anche delle stelle gialle appese... era uno di quei vagoni con i quali migliaia di esseri umani sono stati meticolosamente deportati nei campi di concentramento e di sterminio. Quei legni hanno un vissuto tremendo e possiamo solo lontanamente immaginare cosa provassero un tempo i loro “ospiti”, anzi lontanamente è ancora un termine debole contrapposto alla nostra attuale vita comoda e serena. Si decisamente comoda e serena, anche se piangiamo come dei vitelli per le tasse ed un disguido diventa un disagio insopportabile, fa caldo ed è notizia, piove ed è emergenza... Facendo un paragone, molto retorico ma molto vero, dovremmo un pò vergognarci.
Quel vagone malandato mi ha fatto anche tornare in mente le storie sentite da ragazzo: Mia madre, bambina malata costretta a letto, sotto il quale c’erano le armi dei partigiani mentre i tedeschi giravano per le stanze, gli stessi che poi nella ritirata del 44 volevano dar fuoco alla casa con lei dentro, mio padre che ragazzino si trova in mezzo ad una operazione partigiana e solo la sua voce acerba lo salva, uno zio che riesce a scappare durante uno spostamento di prigionieri sgusciando dalla coda della lunga tetra fila di marcia “o la va o...”, poi ritorni dalla russia a piedi... a piedi! Marinai che hanno salvato i commilitoni dalle fiamme dopo il siluramento della loro nave. Sono tanti altri i racconti che ho potuto sentire, storie che attualmente vediamo al cinema o in televisione e ci sembrano romanzi incredibili, ma sono accadute a persone che incontriamo quotidianamente e nei luoghi dove viviamo, proprio dove ora c’è il traffico che ci rende nervosi o dove hanno costruito un condominio.
Gli anni sono passati e le cose sono cambiate in meglio e parecchio, grazie proprio alle persone protagoniste di quei racconti che in un dopo guerra dove non c’era pressocchè niente hanno dato inizio a ciò che ora noi possiamo godere.
Ricordare questi fatti, sapere che sono una cosa nostra i cui protagonisti vivono attorno a noi, dovrebbe darci la spinta per essere più obbiettivi sulla nostra vita attuale e farci capire che le persone sono capaci di gesti incredibili, insegnandoci ad avere più fiducia in noi stessi e negli altri ed a mandare a farsi benedire quei piccoli uomini che farfugliano in televisione e sui giornali pronosticando disastri e rovina per ogni accadimento.
La vista di quel vagone dovrebbe ricordaci delle atrocità di qui siamo capaci come umanità, ma sarà il mio innato ottimismo a me vengono in mente anche la forza e la dignità di tante persone grazie alle quali ora viviamo in un mondo migliore e mi fa pensare che ora tocca a noi portare avanti ciò che hanno fatto dando senso ai loro sacrifici e gesti importanti, è una piacevole responsabilità che nel tentare di onorarla ci fa sentire un po’ migliori.

Buon viaggio vagone malandato.

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