In memoria di Tommaso Perici - Pittore

di Tullio Perici
Non riesco a ricordare mio padre come tale, come figura: lo lasciai troppo presto, avevo solo 19 mesi, partendo da Porto Sudan (dove nacqui nel 1938) insieme a mia madre, con l’ultima nave che da lì tornava in Italia, a causa del tragico intervento dell’Italia nella seconda guerra mondiale.
La guerra dura sei mesi – si diceva – e mio padre rimase in Sudan, perchè partendo avrebbe perso il suo lavoro; allora era responsabile della filiale di Porto Sudan di una compagnia Italo/Sudanese di import/export; inoltre i miei fratelli erano già in Italia per gli studi alle scuole superiori ed i miei genitori decisero di separarsi fra loro piuttosto che lasciare gli altri due figli soli in Italia.
Fu internato in campo di prigionia civile degli inglesi; contrariamente alle previsioni la guerra durò molti anni e solo dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943 fu liberato; i tre anni di guerra avevano ovviamente travolto tutte le attività e quindi, per crearsi un reddito, andò ad insegnare disegno a Kartoum, presso la scuola dei padri Comboniani, preparandosi poi, alla fine della guerra, a farci ritornare in Sudan; mi aveva anche scritto due lettere, in risposta alle due che io, che avevo appena imparato a leggere e scrivere, gli avevo inviato.
Una piccola operazione nel Luglio del 1945 gli procurò una setticemia acuta a causa della trascuratezza degli infermieri e dei medici dell’ospedale Inglese dell’Asmara, in Eritrea.
Morì così mio padre, a 46 anni, lontano da tutti i suoi cari ed è sepolto nel cimitero della Asmara in una tomba divenuta di nostra proprietà negli anni ’50 grazie a mio fratello.
Della sua morte noi ne venimmo a conoscenza solamente due mesi dopo, in Settembre, tramite Croce Rossa; io ero alle elementari e mia madre non mi aveva neanche comprato i libri, pensando al ritorno in Africa.
Mio padre era uno dei cosidetti “ragazzi del 99”. Nato in quell’anno e vissuto, come tutti i suoi fratelli, in Alessandria d’Egitto, figlio di Italiani all’estero, aveva studiato matematica in un liceo francese; parlava e scriveva normalmente in italiano, francese, inglese ed arabo.
La sua grande passione per la pittura lo aveva portato, dopo la breve partecipazione alla prima guerra mondiale (fu anche ferito sul Montello) a studiare a Roma alla Scuola di Pittura Romana, e ad Anticoli Corrado alla Scuola di Nudo di Felice Carena fra il 1921 ed il 1924 e fu sicuramente contemporaneo dei più noti pittori Italiani del ‘900, quali – immagino - Pirandello, Capogrossi, Cavalli, che, come lui, frequentavano tale Scuola.
Il ritorno in Egitto, il suo matrimonio, i figli, la vita in Sudan e la sua morte prematura lo allontanarono materialmente dalla notorietà in campo artistico che avrebbe potuto avere in Italia.
Pur lavorando per mantenere la famiglia, coltivò sempre la passione per la pittura: qualsiasi mezzo era utile per esprimere l'interpretazione concreta di ciò che lo circondava, sanguigna, carboncino, pastelli, china diluita od acquarelli; numerosissimi sono i quadri ad olio su tela o legno realizzati; intorno agli anni ‘30 affrescò l'abside della chiesa cattolica dei padri Comboniani di Karthoum, come aiuto alla missione dei medesimi padri.
Ritrattista appassionato delle caratteristiche figure locali e dell'ambiente che lo circondava, i suoi quadri ed i suoi disegni sono ovviamente ambientati nel mondo Africano, da lui ben conosciuto ed amato profondamente; solo alcuni disegni, che risalgono al periodo giovanile degli studi in Italia, rappresentano caratteristiche del paesaggio di Anticoli Corrado.
Una sua partecipazione nell'Ottobre del 1931 alla 1a Mostra Internazionale d'Arte Coloniale realizzata in Roma al Palazzo delle Esposizioni, mostra promossa ed organizzata dall'Ente Autonomo Fiera di Tripoli, gli avvalse un Diploma di Merito, dal Comitato esecutivo della Mostra; in tale occasione una delle sue opere migliori (un quadro ad olio con una veduta del Nilo) fu acquistata da Arnaldo Mussolini.
Quasi tutti i suoi quadri ed i suoi disegni sono collocati presso collezioni private di parenti ed amici in Italia, Inghilterra, in Australia, in Libia, in Belgio; numerosissime sono state le opere realizzate, ma di una certa parte purtroppo non se ne conosce la destinazione, alcune sono stati vendute anche dopo la sua morte, in una mostra postuma, realizzata in Alessandria d'Egitto nel 1946, a cura del fratello, che lì risiedeva.
Un suo disegno ad acquerello del 1922 del paese di Anticoli Corrado (da me donato) è stato recentemente esposto presso il locale Museo di Arte Moderna ed il suo nome è stato inserito nel rinnovato catalogo di tale Museo come uno degli artisti che hanno studiato alla Scuola di Pittura Romana e ad Anticoli Corrado e ne hanno fatto grande il nome in tutto il mondo.
Per vedere alcune sue opere www.tommasoperici.com
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