Ospiti Indesiderati

di Camillo Posocco
Con il trattato di Campoformio del 1797, Napoleone, con un tratto di penna, mette fine a quattordici secoli di storia e di gloria della Serenissima Repubblica di Venezia.
Dopo una breve parentesi di dominio francese, Venezia con tutti i suoi territori (compresa Castelfranco V.to) viene ceduta all’Austria che la dominò per circa cinquanta anni.
Con il congresso di Vienna, tutte le nazioni, ducati e altro, ottennero la restaurazione dei diritti di dominio che avevano precedentemente alla rivoluzione. Solo la Serenisima e la Lombardia non ottennero tali diritti, grazie alla politica mercanteggiante di Napoleone.
Quanto sopra esposto, è storia scritta sui libri di scuola e trattati. Quello che non viene scritto, sono gli arbitrii napoleonici perpetrati sul suolo italiano durante e dopo la conquista.
Quando Napoleone lanciò i suoi sgangherati, poveri e affamati militari (non soldati perchè non c’erano i soldi ne per la paga e ne foraggiarli) lanciò il proclama (è storia): “VOI SIETE NUDI E AFFAMATI .... VI CONDURRO’ NELLE PIU’ FERTILI PIANURE DEL MONDO. LI VI TROVERETE GLORIA E PREDA”
Sin dall’inizio della dominazione napoleonica l’ Italia era considerata, tanto da Napoleone quanto dal direttorio di Parigi, terra di preda e di saccheggio. Nel 1796, Parigi inviò una commissione di esperti in Italia che fecero piazza pulita di quanto di meglio era nelle chiese, nei musei, nelle pinacoteche e nelle abitazioni private di nobile e signorie, ed inoltre in tutti i vari armistizi che Napoleone firmava con gli italiani, c’era sempre una clausola che legittimava le razzie.
Tagliando i numerosi esempi negativi operati in patria dal toscano Napoleone, concludo riportando quanto scrisse Ranieri da Mosto* nel 1998 “razziando a Venezia e nell'Italia settentrionale enormi risorse economiche per almeno 120 milioni di lire di allora, somma astronomica, e equivalente con gli interessi di 200 anni, a tre volte l'attuale debito pubblico italiano, cioè sette milioni e mezzo di miliardi di lire.”
Questa un veloce resoconto dell’ospite che l’amministrazione Castellana avrebbe voluto onorare con la dedica del 10 ° palio Castellano.
*presidente della Associazione Palazzi Veneziani.
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