Arredo irrispettoso

di Paolo Posocco
(nella foto INTERVALLO: Castelfranco Veneto: cartelli.)
Una domenica mattina ho fatto un giro di Castelfranco armato di macchinetta digitale, cielo sereno, limpido, luce perfetta e poca gente in giro; una passeggiata scattando foto: alcune da turista giapponese, altre con scorci da cartolina, altre ancora semplicemente ai luoghi che mi piacciono senza motivi particolari.
Nel pomeriggio poi ho scaricato incuriosito le foto scattate, mi chiedevo quale sarebbe stato il risultato, ero riuscito a cogliere ciò che avevo visto? Avevo reso giustizia a quello scorcio? La prima cosa che ho notato è che ne devo mangiare di pellicola per fare delle foto, diciamo carine... Come ogni buon principiante qualcuna è riuscita ma per pura coincidenza o semplice serendipità! La cosa che però più mi ha colpito non stata tanto la “qualità” delle foto ma è stato il notare la quantità di cartelli stradali, insegne, bidoni della monnezza, rattoppi e quant’altro deturpano le nostre vie. Camminandoci quotidianamente immersi nei nostri pensieri, distratti da tante cose o peggio ancora ormai assuefatti a questo sottile degrado non ci rendiamo conto di tutto ciò, guardando le foto però (frammenti oggettivi di quella realtà) ho visto letteralmente emergere tutti questi odierni orpelli, non si fanno più di dieci metri senza trovare qualche segnale di divieto su palo zincato, ancorato al porfido con rattoppo di cemento, reiterato oltretutto da un cartello affisso al muro un paio di metri più avanti. La parata prosegue con i bidoni dell’umido, autentici piantoni ai portoni a volte belli in riga, coperti ed allineati. Le varie pavimentazioni stradali poi, quando va bene, rattoppate stile arlechino. Mentre scattavo già avevo cominciato a notare il cartello o qulcos’altro che mi costringevano a cambiare posizione se non a rinunciare alla foto, però davanti alla visione delle possibili “cartoline” ho avuto questa epifania di una cittadina certamente bella ma ricoperta come un velo da questo arredo irrispettoso dei luoghi, sono dei dettagli, però cominciate a osservare bene la loro capillare diffusione. Ribadisco che sono dettagli, ma la trascuratezza, la superficialità verso il contesto nel quale viviamo è un impoverimento della colletività, è smarrire l’identificazione con il luoghi dove cresciamo e che ci fanno vivere la quotidianità. E’ l’ennesimo segnale di ciò che ripetiamo nel nostro blogiornale riguardo il bisogno di un cambiamento. Inoltre non dimentichiamoci che ora siamo “città d’arte” e che vogliamo diventare meta di turismo culturale... allora penso che dovremmo cominciare a comportarci di conseguenza. Facciamo un "gioco", un tour di Castelfranco come fossimo turisti e guardiamo bene cosa vedrebbero...
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