EMINENZE GRIGIE

di Stefano Ferello
Lunedì mattina. Oggi niente lavoro. Sono a casa.
Si fa per dire: perché senza un motivo specifico, sono in strada con la mia biciclettina.già di buon mattino (Quando sono in ferie, le 8 sono per me sono quasi l’alba!).
Ancora assonnato, son fermo al semaforo e mi gusto la luce intensa di questa stagione.
Sento il suono forte delle campane di San Giacomo: è la cosiddetta “messa prima”, quella frequentata essenzialmente da signore non più giovani (anziane suona un po’ bruttino).
“Quasi quasi potrei andare a messa, visto che domenica ho saltato per andare a divertirmi.”
Abbagliato dal sole basso all’orizzonte, scorgo al passaggio pedonale un paio di signore affrettarsi col tipico passo di chi non è più agile.
Deciso! Vado a messa anch’io, supponendo che si tratti della solita celebrazione per poche intime aficionadas.
Per chi non la conoscesse, San Giacomo è la terza chiesa del centro di Castelfranco, e fino a qualche anno fa decisamente la più “sfigata”: tanto per capirsi, nessuno si sposerebbe a San Giacomo!
Un recente restauro le ha dato dignità, ma rimane sempre poco conosciuta. Poche messe, poca gente. Unica eccezione è la mitica messa festiva alle 11.40: molto indicata per chi ama attardarsi a letto la domenica mattina!!
Mi avvicino alla chiesa e subito capisco che c’è qualcosa di strano: non trovo parcheggio!!! All’esterno ci saranno almeno 60/70 biciclette, tutte rigorosamente nere e da donna!
Entro: la chiesa è piena!
“Ma come ? 8,.15 di lunedì mattina e c’è più gente della domenica ??”
Trovo un posto e subito capisco di essere circondato: solo donne, solo teste grigie.
Look standard: messa in piega taglio corto capello mosso (cioè bigodini!), camicetta sobria fantasia floreale, “golfetto” nero o marrone sulle spalle, gonna sotto il ginocchio, scarpetta classica nera con tacchetto d’ordinanza.
Un piccolo esercito. E le loro armi? Borsa “all season” nera!
In mezzo a questo festival della “tinta unita”, spiccano macchie di colore: in borsa, in mano o appoggiate sul banco…..spuntano rose di tutti i tipi e di tutti i colori!
Lo capirò solo a fine messa: oggi è Santa Rita e, non so per quale tradizione, vengono benedette le rose!
Ogni brava “sioretta” ha colto dal giardino i migliori esemplari e al momento della benedizione finale con un misto di orgoglio e devozione dirige verso l’altare i “preziosi” fiori.
Uno spettacolo che non mi aspettavo proprio.
“La messa è finita, andate in pace”
Le più svelte scattano verso l’esterno perché prese dai “mestieri”: fare la spesa, andare in posta, passare al cimitero…
Per le altre; scattano le ciacoe: in pochi secondi ci sono almeno 20 capannelli che “se la contano” e un bisbiglio sommesso ma costante si diffonde ovunque.
All’esterno, tutte le bici pian piano vengono riprese dalle loro proprietarie che con borse e rose si aggingono a salire in sella.
Quali problemi di parcheggio? Quali difficoltà di traffico in centro?
In sella e pedalare…magari barcollando un po’.
Tutto questo può fare sorridere.
Eppure quello delle teste grigie è un popolo sommerso, una città parallela e invisibile.
E se avessero ragione loro?
Una volta si diceva che la saggezza arriva con la vecchiaia….Ops, pardon: quando non si è più giovani!
3 Comments:
Bellissima!!
Nata nel 1381 a Roccaporena, un paesino montano nei pressi di Cascia, nonostante la precoce fortissima vocazione religiosa obbedisce agli anziani genitori e sposa un signorotto locale, Paolo di Ferdinando di carattere brutale e violento. Il marito della santa viene ucciso in una rissa. Non riuscendo a distogliere i due giovani figli dai propositi di vendetta, si racconta che Rita avesse pregato Dio di portarglieli via piuttosto che vederli macchiati della colpa di omicidio. Meglio morti ed innocenti che vivi, ma assassini! La preghiera di Rita fu presto esaudita, i due giovani morirono di morte naturale. Rimasta sola, verso il 1407, entra nel monastero delle agostiniane di Cascia votandosi totalmente alla meditazione. Sostava per lunghi tempi davanti ad un crocifisso fissando la corona di spine che cingeva il capo del Cristo, finché sulla sua fronte si materializzò una spina che le aprì una profonda piaga. Questa spina è l’attributo principale di Santa Rita che i fedeli la chiamano “la santa della spina” e anche “la santa delle rose”. Pare infatti che la Santa Rita fosse dotata di un eccezionale “pollice verde” e riuscisse a far fiorire le rose in pieno inverno. La santa morì il 22 maggio 1447 e il suo corpo non si decompose.
Da un'eminenza grigia e non più giovane (mamma di Ale):"complimenti, hai dipinto un acquerello meraviglioso, come solo un occhio attento può fare"
Ciao
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