20 giugno 2006

Duri ma puri...




di Paolo Posocco

Qualche sabato fa mi sono trovato in una piazza Giorgione svutata dalle macchine e riempita di ragazzi, più precisamente di adolescenti. C’era un palco dove dei gruppi suonavano, cavandosela peraltro bene e cantando spesso pezzi scritti da loro (onore al merito di chi si espone con una creazione personale), nel mentre dei writer stavano grafitando dei pannelli, ho trovato esposizioni di fotografie e bancarelle etniche e tanto altro, era bello vederli e soprattutto notare che poco è cambiato da quando io avevo la loro età, le “tipologie” sono rimaste le stesse, ai tavolini dei bar i “falchetti fighetti” che con aria da disinvolti guardavano ironicamente quelli nella piazza e lumavano le ragazze, c’erano i “c’èsololamusica” che non si staccavano dal palco da bravi funs degli amici, c’erano i “ribelli indolenti” che con il look Cheguevariano accuratamente trasandato e l’aria tristolona vagavano ciondolando, c’erano anche i “cioè sai no” che non concludono un discorso nenche se li minacci di efferate torture! E c’era persino qualche “cantiamo gli inni al signore”, insomma una vera ONU de gioventù!

Una cosa era trasversale tra di loro, l’essere “duri ma puri” convinti ognuno del proprio pensiero di vita e della sua giustezza, come daltronde lo eravamo noi!

Passeggiando tra loro però ho anche percepito un sorta di vuoto, ma non era come si dice spesso la mancanza di valori dei giovani d’oggi ecc. di valori e idee ne hanno eccome, ma gli manca un confronto una controparte che catalizzi la loro voglia di cambiare il mondo, ed è quello ciò che sentivo mancare. Si quell’assenza siamo noi, quelli più vecchi con i quali dovrebbero confrontarsi ed anche scontrarsi se necessario, quasi una nemesi che però latita, un vuoto che stiamo imponendo per la nostra mancanza di idee lontane dal danaro e dall’avere ad ogni costo, si ci sono molti che non hanno queste priorità ma alla fine abbiamo conformato la nostra socetà secondo quei dettami e sto parlando a livello locale, la socetà è anche Castelfranco non è una entità astratta da colpevolizzare per allegerirsi la coscienza. Lo abbiamo detto molte volte in questo blogiornale è dai singoli che parte tutto, anche le nostre mancanze! E le nostre istituzioni, amministrazione ecc. sono scelte e formate da noi, ma ci manca il coraggio di pensare più in là delle convenienze.

Non vorrei che quelle bottiglie di birra che tristemente ho visto girare servissero per sostituirci...