01 maggio 2006

Qultura




di Paolo Posocco

Un Articolo del Gazzettino, pagina di Castelfranco, del 28 marzo 2006 titolava "La cultura paga davvero molto poco" ed esponeva le cifre del nostro comune: spesi 803.683 euro e incassati 18.500 per una copertura delle spese del 2/3%. Il sindaco allora spiegava che il teatro è piccolo (può contenere 280 persone) e la casa del Giorgione non è molto capiente e di conseguenza... va detto che l’articolo successivamente riportava che il comune, considerando tutti i servizi individuali, riesce a compensare l’esiguo ritorno economico della cultura.
Trovo ineccepibile che le ridotte dimensioni non consentano grandi ritorni ecc.
Trovo invece sconcertante l’offerta culturale di Castelfranco!
Il Teatro Accademico ha un buon calendario di spettacoli, ma è appunto piccolo! Non abbiamo uno spazio espositivo per ospitare mostre di un certo livello (vedi Palazzo Sarcinelli a Conegliano) e la “sala” dell’Accademico non è certo una sede adatta. Invece di dedicarsi ad un megastore vicino all'Iper, ai metri cubi da elargire con il PRG, dedicare un pò di tempo e risorse per qualcosa di meno "tangiblie" come un teatro auditorium capiente o un luogo per ospitare mostre é così difficile?
La Pala è un opera fondamentale di uno dei più importanti artisti del rinascimento, ma non sembra creare interesse o attrattive. Francesco Maria Preti, tra le tante opere, ha progettato villa Piasani a Strà visitata da migliaia di turisti ma nonostante ciò viene trascurato. Eppure sono i nostri più illustri i concittadini, dovremmo conoscerli, apprezzarli e proporli costantemente, soprattutto come offerta per un turismo da “città d’arte”.
Nei primi anni 90 abbiamo avuto concerti di Mel Davis, Manhattan Transfer, Pat Metheny Group, artisti di livello mondiale ed ancor più belli erano la scuola di jazz con i suoi studenti che la sera improvvisavano delle jam session in piazza. Ora il “Veneto Jazz festival” dai natali castellani ha altre sedi ed a noi arriva poco o nulla dei vari concerti estivi.
In definitiva abbiamo avuto delle possibilità e ne abbiamo ancora, ma evidentemente sono altre le nostre priorità. La colpa è generale, se si cresce in un ambiente povero poi ci si comporta di conseguenza. Se si vuole che la cultura non sia più considerata una perdita economica, si devono diffondere degli interessi meno superficiali offrendo una crescita culturale, facendo in modo che sin da ragazzi si possa avere l'opportunità di conoscere l'arte in tutte le sue forme, questo atteggiamento propositivo creerebbe successivamente una domanda di cultura che ne premierebbe la sua l’offrerta, in pratica un investimento a lungo termine.
In una visione più ampia, la cultura, è difficilmente quantificabile nei suoi "ritorni" ma va di pari passo con la civiltà di un popolo ed un popolo civile è una risorsa che alla fine crea dei ritorni di onestà, di rispetto e rende possibile un atteggiamento produttivo equilibrato con ambiente e tradizioni, il fatto che tutto ciò non si possa calcolare non rende l’apporto economico della cultura nullo.
Ma non scoraggiamoci! Qualcosa per la Qultura e la sua diffusione lo stiamo già facendo!
Si, teniamo aperti i negozi di domenica!

6 Comments:

At 10:35, Anonymous Anonimo said...

Caro Paolo, sono Alessandra (l'amica di Steve); forse l'hai già fatto, ma perchè il tuo articolo non lo mandi anche al Gazzettino. Sentire voci in proposito non fa mai male.
Ale

 
At 09:54, Blogger abecevario said...

Cara Alessandra un mio pezzo sul PRG (Perplesità Ragionevolmente Giustificate) lo avevo inviato a Tribuna e Gazzettino ma logicamente non si son fatti sentire... Ma hai ragione tu dovremmo forse insistere un pò, oppure rendere più letto ABeCevario. Certamente non staremo a guardare te lo prometto.
Grazie del tuo sostegno.
Paolo

 
At 17:00, Anonymous Anonimo said...

Ciao Paolo,

a proposito di Pala del Giorgione, mi hai fatto venire in mente un fatto che mi ha un po' preoccupato.

Nel mese di aprile, per due sabati sono stata in duomo e ho osservato parecchi turisti dirigersi verso la Pala: cancello chiuso (giusto) e luce spenta (non si accendeva proprio).

Una suora, interpellata, ha risposto che avrebbero dovuto aspettare il sagrestano: dopo 20 minuti di inutile attesa se ne sono andati. La scena si è ripetuta parecchie volte.

Sabato 6 maggio, finalmente, i turisti potevano veder la Pala: luce sempre spenta, CANCELLO APERTO, e nessuna sorveglianza... mah, mistero....

Ciao
Manu

 
At 23:45, Blogger abecevario said...

Sono passati pochi mesi e siamo punto e a capo come prima! Voglio però dire che non mi pare giusto dare le incombenze di tale opera ad un povero sacreastano, non é il suo compito, il rispetto verso un capolavoro come La Pala vorrebbe che sia ben altra la gestione! Ma ho un'idea se la rendessimo area fabbricabile son sicuro che improvvisamente sarebbe al centro dell'attenzione...

 
At 15:51, Anonymous Anonimo said...

Ma sei per caso il Paolo Posocco che conosco (quello che provava vanamente ad allenarmi a basket anni fa)?
In ogni caso, sono Lorenzo Zamponi, corrispondente unico da Castelfranco de La Tribuna ormai da quattro mesi.
Mi dispiace che le tue perplessità sul PRG non abbiano avuto l'attenzione che meritavano: devo dire che a me non sono mai arrivate, e che a Treviso queste tematiche interessano sì e no.
Condivido l'iniziativa del blog: a me piacerebbe che si andasse un po' più a fondo, parlando di Castelfranco, cercando di far emergere cosa sta succedendo davvero a livello economico, produttivo, urbanistico, invece di finire sempre a parlare della Pala e dei sensi unici.
Comunque trovo il vostro contributo molto interessante, e resto a vostra disposizione per confrontarci sulle questioni più disparate.

 
At 00:31, Blogger abecevario said...

Ciao Lorenzo, sono prorio il paolo che ti allenava, il tuo commento lo condivido, stiamo crescendo e dandoci una demensione, gli argomenti sono appunto vari e non mancheremo di toccare anche tematiche più specifiche, ma sono argomenti da affrontare preparati, conoscendo per poter proporre.
Vedrai che la tua disponibilità verrà presa in parola...
ciao Lorenzo by paolo

 

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