01 marzo 2006

Uno=Nessuno…e Centomila.



di Stefano Ferello
(a lato Golconde
Rene Magritte, 1953)

Tanta gente perfetta, tanti manichini ambulanti, tutto sembra semplice, piacevole, bello, curato.
Reality show, vetrine, TV, vestiti, locali affollati, auto, giornali.
Tutto bello, senza pensieri.
Mi viene in mente la frase: “Maestà, il popolo ha fame, chiede pane!”
La risposta: ”Ma cosa vogliono? Il pane è finito? Che mangino brioches!”.
Evidentemente aveva altri pensieri, più leggeri e piacevoli.
Pochi giorni dopo, la testa di sua maestà era sulla ghigliottina.
E’ questo il punto: il nostro tempo è “senza pensieri”, nel senso di “non pensanti”.
Non si pensa a nulla di importante.
Anzi il nulla è diventato importante.
L’unico pensiero è il proprio benessere o ancora più in superficie: il proprio aspetto.
Si vive d’emozioni e non di sentimenti.
Non si guarda al di là del proprio naso.
Non si cerca di capire, non ci si pone dubbi.
Non interessa conoscere, non importa sapere.
L’importante è il risultato.

I giudizi sono sommari, ci si fida della prima campana o della campana che suona più forte o più spesso.
Ormai tutto è intrattenimento, poco o nulla è informazione.
La scelta è “non far scelte”. Si segue l’onda, il flusso.
Si vuol stare tranquilli.
Il senso critico è ridotto al minimo. E’ più dichiarato che vissuto.
Se qualcuno pone un quesito o addirittura un problema, il primo istinto è fastidio, sopportazione. Anzi rifiuto! E non solo del problema, ma anche di chi lo solleva.
“Cosa vuole questo? Via, via; non voglio averci a che fare. Che problemi ha? Perché non fa come tutti gli altri? Che si diverta anche lui, che non rompa!”
Insomma, “Che mangi brioches!”
Si vogliono vedere e frequentare solo persone gradevoli, sorridenti, piacevoli.
Ci si vuole solo divertire o intrattenersi. Non c’è nulla da pensare.
Tanto meno riflettere sul valore delle proprie scelte, sul significato a lungo termine.
Vietato confrontarsi con se stessi se non nel breve, brevissimo periodo.
Le decisioni più importanti avvengono davanti allo specchio o a una vetrina: maglia verde di Gucci o top rosa di DG?
Però non si vive di solo “nulla”.
La coscienza a volte fa capolino….ma viene subito abilmente ingannata.
Basta dire che un cucciolo è carino, per sostenere che si amano gli animali.
Basta acquistare un tappeto etnico per sentirsi alternativo.
Basta un sms per le vittime di qualche catastrofe per sentirsi buono.
Ecco: è così che c’è spazio anche per le prediche intelligenti, per le voci fuori dal coro.
Devono essere divertenti, e soprattutto devono venire da personaggi già noti.
Insomma la predica l’accetti dal guru, dal santone ormai riconosciuto da tutti come tale.
Paradossalmente, in questi termini e condizioni, un pensiero anticonformista è accettato.
Anzi è ascoltato e diventa a sua volta di moda.
Allora paghi 30 euro per vedere Grillo, anche se vesti DG e durante lo spettacolo fai le foto col cellulare ultimo modello.
E’ un fenomeno di massa? Bene. Benissimo.
L’anticonformismo diventa parte del conformismo? Grillo è solo uno “spettacolo”, una brioches per la cocienza? Male. Malissimo.
Comunque, è meglio così.
(N.d.A.: I ripetuti show oceanici di Grillo sono un pretesto per dare attualità a ciò che scrivo: personalmente lo apprezzo, ma ho anche qualche riserva…comunque meglio 100.000 a sentire Grillo che neanche uno!)