Iseo!

di Paolo Posocco
(nella foto il palazzetto dello sport 1969)
Mercoledì 18 giugno sono andato a vedere la riedizione della partita GB Pedrini vs Cannella San Donà, di cui Steve nel numero precedente vi ha suggestivamente raccontato. È stata una serata simpatica, c’erano tutti! Alla fine sono state date delle targhe ai vari protagonisti di quell'epoca. Il più applaudito, anzi acclamato e festeggiato, è stato un uomo dalle mani dure e forti, dall’andatura inconfondibile, dalla voce forte e dai modi rudi ma gentili: ISEO (n.d.r. Marcon). Per percorrere la dozzina di metri che lo separavano dal centro del campo ci ha messo un paio di minuti buoni perchè tutti i giocatori gli si sono stretti attorno per salutarlo, stringergli la forte e dura mano, dargli un abbraccio e dirgli parole buone. Una dimostrazione di affetto incondizionato perchè è ISEO! Per chi ha il privilegio di conoscerlo non occorrono altre parole e come me, quando lo incontrano, si sentono onorati nel poterlo salutare e sentir ricambiato il proprio saluto con affetto ed energia. Per chi non sa di chi sto parlando cercherò di tratteggiare i contorni di un Uomo di grande generosità. Un Uomo che ama lo sport ed i giovani, un Uomo pronto sempre ad aiutare se c’è da fare qualcosa di buono per le gente.
L’ho conosciuto nel 1979 giocando a basket in quanto era il custode del palazzetto, del campo d’atletica (La Virtus) e dei campi da tennis. Tutte strutture che manteneva perfettamente efficienti e pulite pressoché da solo... Era da provare a passare con le scarpe da calcio sulla pista da atletica, un onda sonica ti investiva: “ghe xe a pedana, quel can del duce!”, ma al palazzetto quando rimanevi per fare l’allenamento con i più grandi non ti faceva cambiare spogliatoio, lo puliva per te e lo puliva nuovamente per chi veniva dopo. Durante gli allenamenti e le partite di ogni squadra era sempre presente perché tutto fosse in ordine e “dare una mano”. Ma oltre a questa dedizione c’era il lato umano, la parola di conforto o uno sguardo benevolo quando facevi una cappella o dopo una sconfitta bruciante, per farti capire che il massimo impegno ed il rispetto dell’avversario erano la cosa più importante. Era questo suo lato di educatore che mi colpiva, guai ad essere maleducati o poco rispettosi verso chiunque e qualsiasi cosa, mai essere spocchiosi. Le prime volte che ti comportavi malamente con una delle sue onde soniche ti faceva capire l’errore, successivamente bastava la sua presenza ed infine avevi imparato ad essere più uomo!
Personaggio poliedrico, ISEO aveva anche il suo lato tecnico! Al tiro libero sbagliato con un sottile giro di parole ti faceva capire che la parabola era bassa: “Ghemo i soffitti alti, non sta ver paura ceo!”. Gridato anche a Renato Villalta giocatore storico del Basket europeo (campione d’Europa e vice campione olimpico, ecc.).
Alessandro Russello anni fa, in un articolo proprio sul nostro ISEO lo descrisse come un uomo che trattava il figlio del principe come il figlio dell’umile ed il figlio dell’umile come il figlio del principe perché per lui erano tutti ragazzi ai quali dare il suo aiuto e saggezza, semplicemente perfetto Alessandro.
Quel mercoledì sera nel vedere ISEO al centro del campo circondato da tutti i giocatori, ritirare il premio, girarsi verso il pubblico plaudente per gridare un semplice “grazie a tutti” ho avuto i brividi ed anche qualcosa di più: la dimostrazione lampante che la vera generosità, la genuina onestà, la sincerità, l’altruismo sono in un uomo la sua vera ricchezza. ISEO vive modestamente e non è uomo di potere ma la gente lo stima e lo ama e quando lo vede sente in sé qualcosa di buono e sorride.
Ora dopo qualche giorno ti rispondo:
“grazie a te ISEO”.
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3 Comments:
Bel post!!! Veramente bello!!!
Ricordo una scena al salto in alto. Asta nuova (!), un ceo prende la rincorsa, salta, sbaglia e cadendo sull'asta la piega a 90 gradi. Arriva Iseo che pare uno tsunami e comincia a urlare "CHI XE STATO??!!!" (gelo al campo). Il ceo pieno di paura si fa avanti e dice "sono stato io". Iseo alza la mano (come per mollare un ceffone) e proclama "BRAVO CEO. A VERITA' PRIMA DE TUTTO. DESSO SISTEMEMO L'ASTA CUSSI' PODI' SALTARE DA NOVO". (questa è pedagogia).
gil
Ho appena finito di leggere l'articolo, COMPLIMENTI, hai proprio colto nel segno e mi sono commosso sinceramente (l'ho conosciuto anch'io da vicino quando giocavo a basket)...peccato che in giro sia sempre piu' difficile trovare delle persone come LUI....ciao e grazie...michele
Per non parlare che anche durante il Palio ci mette del suo per raccattare i palloni nelle fosse... E Ad ogni suo intervento... scosci di applausi
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