01 marzo 2006

L’entusiasmo dei vent’anni



di Fiorenza Valentini

Siamo certamente in molti a seguire le gare delle Olimpiadi Invernali di Torino, non soltanto le persone con passione ‘montana’.
Con la speranza che i ‘nostri’ guadagnino tante medaglie, magari l’oro o l’argento, ma va bene anche il bronzo, meglio ancora se riescono a insediarsi fra i primi sei-sette nella classifica generale.
E se accade che i nostri atleti che detenevano un terzo posto prima della finale, si ritrovano a fine gara fuori dal podio, ci sentiamo defraudati di un qualcosa che sembrava appartenerci di diritto.
Solitamente si seguono le gare delle discipline che attirano maggiormente, ma diamo un’occhiata incuriosita anche alle altre. Al curling, per esempio, che, con tutto il rispetto per cultura e sport di altri popoli, sembra ispirare una noia tremenda; poi, quel gesto di lustrare il ghiaccio con le spazzolette, onde permettere alla boccia di correre più velocemente e di agevolare una certa traiettoria, fa sorgere allegramente il paragone con quelle casalinghe che insistono a togliere macchioline, spesso inesistenti, su mobili o pavimenti lucidissimi.
Chi scrive si augura di non avere offeso nessuno e di non venire in futuro, a causa di quanto espresso riguardo al curling, bersagliata da un nutrito lancio di palle di neve da parte di cittadini scandinavi.
E dopo le ansie, accompagnate da tachicardia, provocate dalle eliminatorie, si consolida la speranza di veder avanzare gara dopo gara l’Italia – perché in campo olimpico o comunque di campionati vari gli atleti sono il nostro Paese –, fino a giungere a una meritata finale vissuta in simbiosi con chi si batte con passione e lealmente per i primi posti ‘anche per noi’.
E quando ‘vinciamo’ una medaglia, ci si riflette dentro ed esplode l’entusiasmo pulito dei vent’anni, che ci permetteva di desiderare e conquistare un grande amore che fosse per sempre, come l’aver guadagnato una medaglia, una professione in accordo con le nostre doti e capacità, qual è appunto la pratica di uno sport, e la certezza di non dover mai subire alcuna forma di tradimento, regola fondamentale nel gioco di squadra.

2 Comments:

At 16:02, Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per Blog intiresny

 
At 16:06, Anonymous Anonimo said...

imparato molto

 

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